
Buongiorno a tutti! Sono Nadia Licciardello, una ricercatrice che lavora all’INL principalmente su nanocompositi per applicazioni aerospaziali. Sono un chimico dei materiali e la mia specializzazione è in nanoparticelle e nanomateriali per varie applicazioni che vanno dalla salute umana all’ambiente fino allo Spazio. Una cosa che mi caratterizza è che ho viaggiato molto, mi considero molto “europea”. Ho vissuto in Italia, particolarmente in Sicilia dove mi sono laureata, poi in Francia dove ho conseguito il mio titolo di dottorato ed infine in Germania dove ho lavorato fino all’anno scorso prima di spostarmi qui all’INL in Portogallo. Inoltre amo molto diffondere la scienza con parole semplici per tutti perchè è molto importante che tutti siano a conoscenza degli effetti che la scienza può avere sulla società. Perfino la situazione attuale del Covid dimostra quanto la scienza sia importante e possa avere un impatto sulle nostre vite di ogni giorno.
Qual è il mio colore preferito? Perchè è il mio colore preferito? E lo associerei alla scienza?
Il mio colore preferito è sicuramente il rosso. Mi piace perchè è un colore forte e lo associo alla passione e all’amore con cui mi dedico a tutte le cose che faccio. Non lo associerei direttamente alla scienza, diciamo che mi piace e basta.
Qual è il mio scienziato preferito di tutti i tempi?
Ne ho due: il primo è Linus Pauling perchè è un grandissimo chimico, che oltre al Premio Nobel per la chimica, ha vinto anche quello per la pace dimostrando che uno scienziato ha anche un ruolo importante nella società; Margherita Hack è la mia seconda scienziata preferita. Era una celebre astrofisica italiana che è scomparsa nel 2013 e che rappresenta per me un modello come donna e scienziata dato che fu capace di studiare ad alto livello in un momento in cui non sempre era concesso anche alle donne.
Qual è la mia invenzione preferita della storia e perchè?
Probabilmente una invenzione semplicissima come la ruota. Se ci pensiamo è ovunque intorno a noi e ci permette di spostarci come di utilizzare questa forma in moltissime applicazioni. Eppure il primo uomo che ci pensò deve avere avuto una intuizione geniale per i tempi in cui viveva. La scienza più innovatrice è proprio così: vede quello che nessun altro in quel momento è in grado di immaginare.
Come definiresti brevemente i termini Nanotecnologia e Nanoscienza per la gente comune?
Beh, queste due discipline si occupano di studiare oggetti molto piccoli, invisibili all’occhio umano. Un nanometro è 109 volte (cioè un miliardo di volte) più piccolo di un metro. Per intenderci bene, un capello umano ha un diametro di circa 60 micron, ovvero 60000 nanometri, quindi un nanometro è 60000 volte più piccolo di un capello. La Nanotecnologia e la Nanoscienza studiano questi piccolissimi oggetti per capire alcune proprietà speciali che si manifestano in queste dimensioni e che permettono applicazioni importanti in vari settori. Ad esempio, è possibile utilizzare delle nanoparticelle come piccole navicelle per trasportare medicine nel corpo umano in maniera precisa, per fare soltanto un esempio. Ma le applicazioni sono davvero migliaia.
Come immagini la scienza e la tecnologia tra dieci anni? Secondo te, quale potrebbe essere la più grande invenzione del prossimo decennio?
Una domanda davvero difficile a cui rispondere dato che la scienza è in continua evoluzione, ma penso che i campi dove stia andando più veloce al momento sono la medicina, il campo dell’energia rinnovabile e sicuramente l’intelligenza artificiale. Penso che avremo presto nuove scoperte in questi campi e magari anche connesse tra di loro dato che la scienza è sempre più interdisciplinare.
Secondo te, quali sono i motivi principali per una persona giovane per decidere di diventare uno scienziato?
Ovviamente questa è una questione molto personale che cambia da persona a persona. Ma penso che una cosa che accomuna i giovani che decidono di studiare scienza sia il pensiero che con le loro azioni, studio e lavoro possano davvero avere un impatto anche rapido sulla società. E poi molti di noi scienziati sono semplicemente affascinati dalla natura e scoprirne e capirne a fondo i suoi segreti più nascosti, ci appassiona. La possibilità poi di usare questi principi in nuove applicazioni ci rende entusiasti.
Good morning to everyone! I am Nadia Licciardello, a researcher that works at INL mainly on nanocomposites for aerospace applications. I am a Chemist of Materials and my specialization is in nanoparticles and nanomaterials for various applications that span from human health to environment to space. One thing that characterizes me is that I travelled a lot, I consider myself very “European”. I lived in Italy, particularly in Sicily where I got my master’s degree, then in France where I obtained my PhD and finally in Germany where I worked till last year before moving to INL, here in Portugal. In addition, I love to spread science with simple words for everyone because it is very important that everyone knows the effects that science can have on society. Even the current situation with Covid-19 shows how much science is important and can have an impact in our everyday lives.
What is my favourite colour? Why is that my favourite colour? Would I associate it with science?
My favourite colour is definitely red. I like it because it is a strong colour and I associate it with the passion and the love with which I dedicate myself to all the things I do. I wouldn’t associate it directly with science, let’s say that I just like it.
Who is my favourite scientist in history?
I have two: the first is Linus Pauling because is a great chemist, who beside winning the Nobel Prize for Chemistry, won also that for peace demonstrating that a scientist has also an important role in society; Margherita Hack is my second favourite scientist. She was a famous Italian astrophysicist that died in 2013 and that represents for me a role model as a woman and scientist because she was able to study at high level in a moment in which it was not always allowed to women.
What is my favourite invention in history and why?
Probably a very simple invention such as the wheel. If we think about it, it’s everywhere around us and allows us to move as well as to use this shape in many applications. But the first man that thought about that, must have had a genius intuition for that time. The most innovative science is like this: it sees what nobody else is able to imagine at that moment.
How would I briefly define the Nanotechnology and Nanoscience terms for laypeople?
Well, these two disciplines study very tiny objects, invisible to the human eye. A nanometre is 109 times (which means a billion times) smaller than a meter. To understand better, a human hair has a diameter of about 60 microns, which means 60000 nanometres. Therefore, a nanometre is 60000 times smaller than a hair. Nanotechnology and Nanoscience study these very small objects to understand some special properties that arise at these sizes and that allow important applications in many fields. For example, it is possible to use nanoparticles as very small ships to transport medicines in the human body in a very precise way, just to make an example. But there are thousands of applications.
How do I imagine science and technology in 10 years? In my opinion, what would the big invention of the next decade be?
A very difficult question to answer given the fact that science is in continuous evolution, but I think that the fields where science is running faster at the moment are medicine, renewable energy and definitely artificial intelligence. I think we will soon have new discoveries in these fields, probably also interconnected between each other since science is getting more and more interdisciplinary.
According to you, which are the main reasons for a young person to become a scientist?
Obviously, this is a very personal matter that changes from person to person. But I think that one thing which unites the young people that decide to study science is the thought that with their actions, study and work they could really have an impact, often even quickly, on society. And then many of us scientists are simply fascinated by Nature, and we are passionate about discovering and understanding deeply its most hidden secrets. The possibility to use then these principles in new applications makes us enthusiastic.
Bom dia a todos! Chamo-me Nadia Licciardello e sou uma investigadora que trabalha no INL principalmente em nanocompósitos para aplicações aeroespaciais. Trabalho em química dos materiais e a minha especialização é em nanopartículas e nanomateriais para várias aplicações que vão da saúde humana, ao meio ambiente e ao espaço. Uma coisa que me caracteriza é que sempre viajei muito e considero-me muito “europeia”. Vivi em Itália, mais precisamente em Sicília, onde obtive o meu mestrado, em França, onde fiz o meu doutoramento e, finalmente, na Alemanha, onde trabalhei até ao ano passado, antes de mudar-me para o INL, aqui em Portugal. Além disso, adoro difundir a ciência com palavras simples para todos, porque é muito importante que todos saibam os efeitos que ela pode ter na sociedade e até a situação atual da Covid-19 nos mostra o quanto é importante e pode ter um impacto no nosso quotidiano.
Qual é a minha cor preferida e porquê. Associo essa cor à ciência?
A minha cor favorita é definitivamente o vermelho. Gosto do vermelho porque é uma cor forte e associo-a à paixão e ao amor com que me dedico em todas as coisas que faço. Não associaria esta cor diretamente à ciência, por isso digamos que simplesmente me agrada.
Qual é o meu / a minha cientista preferida de todos os tempos?
Tenho dois. O primeiro é Linus Pauling por ser um grande químico que além de ter ganho o Prémio Nobel da Química, ganhou também o da paz ao demonstrar que um cientista também tem um papel importante na sociedade. O meu segundo cientista favorito é Margherita Hack, que foi uma Astrofísica italiana famosa e que morreu em 2013. Para mim, é um exemplo de mulher e cientista, porque foi capaz de estudar em alto nível, num momento em que nem sempre isso era permitido às mulheres.
Qual é a minha invenção preferida de sempre e porquê.
Possivelmente uma invenção tão simples quanto a roda. Se pensarmos bem, a roda está em todo o lado, à nossa volta, permitindo-nos mover, bem como nos possibilita de usar esta forma em diversas aplicações, mas o primeiro homem que pensou nisso deve ter tido uma intuição genial para aquela época. A ciência mais inovadora é assim: vê o que mais ninguém é capaz de imaginar num determinado momento.
Como explico brevemente os termos de Nanotecnologia e Nanociência para leigos?
Bem, estas duas disciplinas estudam objetos muito pequenos e invisíveis para o olho humano. Um nanómetro é 109 vezes (o que significa mil milhões de vezes) menor que um metro. Para entender melhor, um cabelo humano tem um diâmetro de cerca de 60 mícrons, o que significa 60000 nanómetros. Portanto, um nanómetro é 60000 vezes menor que um cabelo. A Nanotecnologia e a Nanociência estudam esses objetos muito pequenos para entender algumas propriedades especiais que surgem nesses tamanhos e que permitem aplicações importantes em várias áreas. Por exemplo, é possível utilizar nanopartículas, como navios muito pequenos, para transportar medicamentos no corpo humano de uma forma muito precisa, para criar um exemplo. Contudo, existem milhares de aplicações.
Como imagino a ciência e a tecnologia daqui a 10 anos? Na minha perspetiva, qual seria a grande invenção da próxima década.
Uma pergunta bastante difícil de responder devido o fato de a ciência estar em constante evolução, mas penso que, neste momento, as áreas em que se vê uma rápida evolução da ciência são a medicina, as energias renováveis e, sem dúvida, a inteligência artificial. Penso que brevemente teremos novas descobertas nestes domínios, provavelmente também interligadas entre si, uma vez que a ciência está a tornar-se cada vez mais interdisciplinar.
A seu ver, quais os motivos para um/uma jovem se tornar num /numa cientista?
Obviamente, este é um assunto muito pessoal e que muda de pessoa para pessoa, contudo, julgo que uma coisa que une os jovens que decidem estudar ciência é o pensamento de que, com as suas ações, estudos e trabalho, poderiam realmente ter um impacto na sociedade, muitas vezes até rapidamente. Muitos de nós, cientistas, sentimo-nos fascinados pela natureza e somos apaixonados por descobrir e entender de forma profunda os seus segredos mais escondidos. Portanto, a possibilidade de utilizar estes princípios nas novas aplicações deixa-nos entusiasmados.
¡Buenos días a todos! Me llamo Nadia Licciardello y soy una investigadora que trabaja en el INL, principalmente en nanocompuestos para aplicaciones aeroespaciales. Trabajo en la química de materiales y mi especialización es en nanopartículas y nanomateriales para diversas aplicaciones que abarcan desde la salud humana, el medio ambiente hasta el espacio. Una cosa que me caracteriza es que siempre he viajado mucho y me considero muy “europea”. Viví en Italia, particularmente en Sicilia, donde obtuve un máster, luego en Francia hice mi doctorado y finalmente en Alemania, donde trabajé hasta el año pasado antes de mudarme para el INL, aquí en Portugal. Además, me encanta difundir la ciencia con palabras simples para todos porque es muy importante que todos conozcan los efectos que la ciencia puede tener en la sociedad. Incluso la situación actual con Covid-19 nos muestra cómo la ciencia es importante y puede tener un impacto en nuestra vida cotidiana.
¿Cúal es mi color favorito y por qué. ¿Puedo asociarlo a la ciencia?
Mi color favorito es definitivamente el rojo. Me gusta porque es un color fuerte y lo asocio con la pasión y el amor con que me dedico a todas las cosas que hago. No lo asocio directamente con la ciencia, porque simplemente me gusta.
¿Cuál es mi científico favorito de la historia?
Tengo dos. El primero es Linus Pauling porque es un gran químico que además de ganar el Premio Nobel de Química, ganó también el de la paz, demostrando que un científico tiene también un papel importante en la sociedad. Mi segundo científico favorito es Margherita Hack, una astrofísica italiana famosa que murió en 2013 y que para mí es un ejemplo como mujer y científica porque pudo estudiar a alto nivel en un momento en el que no siempre se les permitió a las mujeres.
¿Cuál es mi invento favorito de la historia y por qué?
Probablemente una invención muy simple como la rueda. Si lo pensamos, está en todas partes, a nuestro alrededor y permite movernos y usar esta forma en muchas aplicaciones. Pero el primer hombre que pensó en eso debe haber tenido una intuición genial para la época. La ciencia más innovadora es así: ve lo que nadie más puede imaginar en un determinado momento.
¿Cómo explico brevemente los términos de Nanotecnología y Nanociencia a personas laicas?
Bueno, estas dos disciplinas estudian objetos muy pequeños, invisibles para el ojo humano. Un nanómetro es 109 veces (lo que significa mil millones de veces) más pequeño que un metro. Para entender mejor, un pelo humano tiene un diámetro de aproximadamente 60 micrones, lo que significa 60000 nanómetros. Por lo tanto, un nanómetro es 60000 veces más pequeño que un pelo. La Nanotecnología y la Nanociencia estudian estos objetos muy pequeños para comprender algunas propiedades especiales que surgen en estos tamaños y que permiten aplicaciones importantes en muchos campos. Por ejemplo, es posible usar nanopartículas, como barcos muy pequeños, para transportar medicamentos en el cuerpo humano de una manera muy precisa para crear un ejemplo. Sin embargo, hay miles de aplicaciones.
¿Cómo imagino la ciencia y la tecnología dentro de 10 años? En mi opinión, ¿cuál sería el gran invento de la próxima década?
Una pregunta muy difícil de contestar dado que la ciencia está en evolución continua, pero creo que, en este momento, los campos donde la ciencia está funcionando más rápido son la medicina, las energías renovables y definitivamente la inteligencia artificial. Pienso que pronto tendremos nuevos descubrimientos en estos campos, probablemente también conectados entre sí, ya que la ciencia es cada vez más transversal.
Para usted, ¿cuáles son las principales razones para que un joven se convierta en un científico?
Obviamente, este es un asunto muy personal y que cambia de persona a persona, pero creo que una cosa que une a los jóvenes que deciden estudiar ciencias es la idea de que, con sus acciones, estudios y trabajos, realmente podrían tener un impacto en la sociedad, a menudo incluso rápido. Entonces muchos de nosotros, los científicos, simplemente estamos fascinados por la naturaleza y nos apasiona descubrir y comprender profundamente sus secretos más ocultos. Por lo tanto, la posibilidad de utilizar estos principios en nuevas aplicaciones nos entusiasma.